Cosa significa la messa a terra, eccovi normativa di riferimento e corretta implementazione
La messa a terra è un’operazione fondamentale per la sicurezza e l’incolumità degli abitanti della casa e non solo.
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Ecco tutto quello che bisogna sapere per rispettare la normativa e mettersi al sicuro, utile per capire anche il buon operato del professionista che la farà per voi.
Cosa significa messa a terra
Quando si realizza un impianto elettrico in un’abitazione o in una struttura temporanea, per poter essere a norma con quanto stabilisce la legge bisogna prevedere anche la messa a terra.
E’ il processo di collegamento ad una presa di terra mediante un filo conduttivo, di tutti gli elementi metallici che possono essere accidentalmente messi in contatto con la corrente elettrica a causa di un guasto di isolamento in un apparecchio elettrico.
Da un lato consente il flusso sicuro delle correnti di dispersione e dall’altro, in combinazione con un dispositivo di spegnimento automatico (volgarmento noto come il salvavita, l’interruttore di dispersione a terra), assicura che l’ impianto elettrico venga disattivato.
Sono entrambe un requisito essenziale per la sicurezza.
La normativa
In base alla norma CEI 64/8, l’impianto di messa a terra è definito da conduttori di terra e di protezione, dispersori e collettori.
- Il conduttore di terra è un filo di rame avvolto in una guaina di colore giallo verde.
- Il dispersore è il picchetto che viene conficcato nel suolo.
- Il collettore è il componente che raccoglie tutti i vari elementi.
Tutto questo garantisce la “scarica” a terra di ogni apparecchio elettrico, impedendo che si possa essere sottoposti per qualsiasi inconveniente a scosse derivanti da corrente elettrica.
In caso di guasti o sovraccarico della corrente, la messa a terra assicura la massima protezione, interrompendo il passaggio della corrente stessa.
Nello specifico questo avviene facendo in modo che tutti gli elementi raggiungano lo stesso potenziale elettrico del suolo, che è pari a zero.
In questo modo la differenza di potenziale elettrica viene annullata e quindi interrotto il flusso di corrente elettrica.
Un buon collegamento a terra deve avere una resistenza elettrica tarata in base alla sensibilità del dispositivo differenziale dell’ impianto domestico.
Con interruttore automatico ad esempio se si utilizza un collegamento differenziale selettivo da 500 mA (tipo S), la resistenza massima del collegamento a terra deve essere di 100 ohm.
Questa resistenza dipende dalle dimensioni dell’ elettrodo di messa a terra, dalla sua forma e dalla resistività del terreno, sapendo che questa ultima varia a seconda della profondità, dell’umidità e della temperatura.
Vi consigliamo di rivolgervi a professionisti certificati per uno studio personalizzato delle vostre esigenze e per non infrangere anche le normative di legge.
Gli obblighi per la messa a terra
La messa a terra è obbligatoria sia per edifici privati che commerciali, ma anche per soluzioni temporanee.
È il caso ad esempio di un piccolo gazebo o casetta da giardino con parti metalliche, se collegati alle luci esterne. Qualsiasi costruzione che sia ancorata al suolo necessita quindi di questo tipo di intervento.
Interessa inoltre non solo i dispositivi elettronici, ma anche eventuali parti metalliche presenti all’esterno dell’abitazione.
Quindi anche le tubature o la stessa caldaia, devono possedere la messa a terra, altrimenti il rischio che si possa prendere la scossa è molto alto.
L’impianto di messa a terra può essere effettuato da un elettricista in grado di rilasciare apposita certificazione sul vostro impianto elettrico a norma. Questo significa che non si può in alcun modo procedere con il fai da te.
Messa a terra: come si implementa praticamente
L’implementazione prevede che ogni singola presa elettrica o massa metallica sia collegata alla sua cassetta di derivazione e da lì sia messa in collegamento su un’unica linea.
Il pozzetto di dispersione
In sintesi, tutti i cavi di diramazione andranno a finire nel cosiddetto pozzetto di dispersione a terra, mediante un cavo zebrato di colore giallo-verde.
Quest’ultimo è presente in ogni singola presa e termina con una puntazza metallica e anticorrosiva, che viene conficcata nel terreno.
Il pozzetto può essere del tipo prefabbricato o realizzato in loco in muratura o calcestruzzo.
Deve essere sopraelevato rispetto al terreno e facilmente raggiungibile per ispezioni.
Ci sono casi particolari in cui sarà necessario creare più pozzetti, perchè questo dipende dalle caratteristiche specifiche del suolo.
Ad esempio un terreno molto umido avrà una resistenza minore al passaggio dell’elettricità, al pari di un terreno costituito da ghiaia.
Best practice per la messa a terra
Cerchiamo di capire ora come si implementa. Innanzitutto è bene ricordare che bisogna staccare la corrente dall’interruttore generale.
- Come prima operazione si individua una zona esterna della casa dove poter scavare il pozzetto. Questo richiede da parte del professionista incaricato una fase di progettazione molto accurata, ovviamente non si può procedere a caso.
- Si dovrebbe lasciare una distanza di circa 1,5 metri dal muro. Il fondo non va chiuso, perchè bisogna avere accesso al terreno.
- Poi si porta il cavo di terra, che va posizionato per bene.
- Si inumidisce il terreno e si conficca un palo che funge da dispersore, ad una profondità di almeno 0,5 metri.
- A questo si collega il collettore di terra. Infine si procede a chiudere il pozzetto con una copertura mobile, di modo da poterlo ispezionare periodicamente.
A questo punto l’impianto di messa a terra è realizzato e al professionista incaricato non rimane altro che completare le pratiche per la certificazione dell’impianto.
Eccovi alcune buone pratiche da seguire tassativamente da parte del progettista.
L’impianto di messa a terra dovrebbe essere preferibilmente realizzati in edifici o cantine e, in ogni caso il collegamento a terra deve essere tenuto lontano da depositi o infiltrazioni che potrebbero corroderlo: sostanze chimiche, concime, liquami, ecc.
Il collegamento a terra non deve mai essere vicino a potenziali sorgenti di acqua e non si possono utilizzare condutture per acqua, gas o riscaldamento centralizzato e canaline metalliche come messa a terra.
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