Come scegliere il pellet ecologico: suggerimenti per non sbagliare
Una scelta per preservare ambiente e salute
Eccovi tutto quello che bisogna sapere per non sbagliare nella scelta di sistemi di riscaldamento domestico a Pellet ecologico e riscaldarsi in maniera sostenibile.
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Che cos’è e come si ottiene
Chi utilizza il pellet ecologico deve fare i conti con la qualità delle materie prime che non è detto sia sempre delle migliori.
Questo combustibile non è altro che un insieme di piccoli cilindri di segatura pressata.
Questa si ottiene dopo un lungo processo di lavorazione industriale che riguarda gli scarti del legno.
Come è possibile difendersi dalle truffe e poter contare su prodotti di alta qualità? Si tratta di un argomento per nulla scontato, perché le proposte sul mercato sono diverse e molto eterogenee fra di loro.
Pellet ecologico di qualità: come riconoscerlo
Per riconoscere un pellet di qualità e quindi ecologico bisogna prestare attenzione a due fattori, come indicato anche dall’associazione Assopellet.
Potere calorifico
Il primo elemento da considerare è il potere calorifico, ovvero l’energia termica prodotta da una determinata quantità di pellet. In questo caso i valori possono da variare da 4.5 a 5.5 kWh/kg, dove la cifra più alta intende una maggiore capacità di produrre calore e quindi di innalzare la resa del materiale.
Questo dato deve per legge essere espresso nelle confezioni o nei bancali di materiale. Quindi è importante controllare la cifra per assicurarsi di impiegare un pellet ad alto rendimento e di conseguenza meno “sprecone” dal punto di vista dell’impatto ecologico.
Residuo di cenere del pellet
Il secondo valore interessa il residuo di cenere lasciato dopo la combustione. Normalmente deve essere minore dell’1%, per non sporcare la stufa a pellet e diventare un rifiuto difficile da smaltire.
Il faggio puro è la qualità di legno migliore per i pellet, seguito dall’abete che però, come accade con tutte le piante resinose, rischia di sporcare la stufa e quindi di richiedere una manutenzione più elevata.
Etichette del pellet ecologico
Alla luce di questi dati, è fondamentale quindi saper leggere le etichette delle confezioni, dove oltre a queste informazioni saranno indicati:
-
- origine del legno
- riferimenti del produttore o rivenditore.
- il peso
- durabilità
- presenza o meno di leganti
- classe di qualità in base alla normativa europea (UNI EN 14961-2).
Altri fattori da considerare sono l’integrità delle confezioni, l’assenza di polvere, la forma regolare dei cilindretti. Una volta acceso il pellet, se notate una fiamma di colore blu con scintille di vario tipo significa che sono state aggiunte colle.
Certificazioni del pellet ecologico
Per acquistare un pellet buono e quindi ecologico è ideale che il materiale sia prodotto da aziende che hanno scelto di eseguire delle certificazioni spontanee. Queste attestano la provenienza dei legni e anche la bontà dei processi produttivi.
Su tutte spicca la Pellet Gold, che implica controlli casuali sul prodotto, effettuati dai laboratori certificati Sincert. Tali ricerche attestano la presenza di vernici o di formaldeide, sostanze altamente inquinanti e pericolose per la salute degli abitanti. Inoltre segnala anche la radioattività e se sono stati impiegati illegalmente scarti di legno lavorato.
A livello europeo, qualora il pellet venisse acquistato oltralpe, si può contare sulla certificazione tedesca Din Plus e su quella austriaca Onorm.
Per unificare le certificazioni e tutelare il consumatore è però prevista la certificazione unica europea, che si chiama En Plus. Questa certificazione si rifà alla norma ISO 17225-2:2014.
La certificazione si propone di valutare la bontà del pallet e di dividerlo a priori in tre categorie:
- la A1, la migliore, equivale a un contenuto di ceneri entro lo 0,7%;
- la A2 corrisponde all’1,2% di ceneri;
- la B equivale alla qualità più scarsa, con valori vicini al 2%.
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